MUSHROOM

Giugno 18, 2017

L’obiettivo è quello di costituire un gruppo operativo coeso e interdisciplinare che usa gli spazi di Palazzo Chianini non solo come sede espositiva ma anche come cantiere e centro di produzione. Orientandosi verso una prospettiva dialogica, il progetto vuole creare un calendario articolato, in cui alle mostre vengono abbinate eventi di altro tipo.  Il progetto MUSHROOM mette a punto un calendario di eventi che coinvolgendo 10 mesi del 2008, da gennaio a ottobre, rende attivo lo spazio di Palazzo Chianini:

  • sviluppando modalità di attraversamento della complessità del concetto di identità,
  • coniugando locale e globale, anche in merito alle specificità delle discipline coinvolte
  • indagando la soggettività e l’identità dell’altro
  • espandendo in maniera critica lo spazio che ci circonda.

 

MUSHROOM ha chiesto agli artisti di lavorare su 3 fronti specifici:

  • La propria individualità (se stessi)
  • La relazione intersoggettiva (gli altri)
  • lo spazio espositivo (la propria collocazione)

 

Con la mostra GERMINAZIONI il filo conduttore è stato l’individuo, identità singola e differente che, in un’ottica di spersonalizzazione e di moltiplicazione di noi stessi, ha sperimentato una catena di azioni e reazioni tali da rendere Palazzo Chianini un vero e proprio cantiere d’arte.

Di fronte al “Chi siamo davvero?”  GERMINAZIONI  ha risposto in modo diretto: siamo un multiforme coacervo di identità. Il quesito più che a se stessi è stato rimandato agli altri, sapendo in anticipo quanto sia diffuso e comune la fatica ad accettare la molteplicità identitaria di ognuno di noi.

Soggettività/inter soggettività sono stati concetti da rappresentarsi dunque in maniera “corale” e quanto più possibile unitaria. La mostra ha permesso così di raccontare se stessi pensando alla propria posizione nel mondo, in modo da fare entrare lo spettatore nell’ipertesto identitario da fare attraversare in tutte le direzioni, sperimentando nuove modalità di conoscenza e di relazione.

 

La mostra STRETTAMENTE PERSONALE  ha orientato la ricerca non più su se stessi, ma verso gli altri, in modo da elaborare un ritratto quanto mai significativo dei legami poetici degli altri. Uomini e donne e il loro privato, indagati e seguiti fino alla loro più nascosta intimità. Analizzando il vissuto degli altri e le storie che questi raccontano,  la mostra ha di nuovo fatto confluire in un tutto organico un’altra domanda: strettamente personale di chi?

 

CHILDREN’S OBJECT invece ha analizzato il prima. L’idea dell’origine del mondo, quando questa individualità non era ancora esistente. Chi c’era prima della nostra nascita e com’era quel mondo senza di noi. Ossessioni dell’infanzia, le piccole manie e i chiodi fissi sui quali si sosteneva e, chissà, si sostiene ancora la nostra insicurezza.  La casa natale, i luoghi di quella memoria da ricordare con affetto o timore e i tanti problemi sorti allora e mai più risolti. Insomma, gli oggetti fisici e psichici della nostra infanzia di cui è ancora possibile quando non addirittura necessario parlare.

Con un titolo ironicamente “complesso”  a metà strada tra Popup like mushroom che significa “espandersi rapidamente” e Mushrooming che si traduce con “in grande aumento”

si cerca di riflettere sulle origini del pensiero identitario da collocare nella vita quotidiana, nelle dinamiche sociali post-moderne, nel lavoro e nelle relazioni e quindi non solo in ambito artistico. La questione dell’identità inquadra i termini del dibattito attuale che (lavora attualmente sull’inevitabile pluralità dell’identità, sul problema dell’identità etnica, religiosa e culturale e quindi sulla creazione di raffigurazioni simboliche), sembra far espandere rapidamente la narrazione di sé, ma anche le possibili manipolazioni e i rischi dell’incoerenza che inevitabilmente ne conseguono.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.