niente/ Paola Maffei

Giugno 21, 2017

Questo è il progetto che chiede agli artisti di attirare l’attenzione del passante brillando per … assenza di stimoli visivi! NIENTE è la mostra personale di un plotone di artisti agguerriti che, tramite opere anch’esse nere, scure e tenebrose, hanno il compito di fare da barriera e allontanare la possibilità del facile distinguere e giudicare, associando la propria forma allo spazio espositivo della galleria fino a perdersi.

Allarmati fino a sfiorare il cinismo, tutti i “niente” e gli interventi di Paola Maffei sono pronti a rispondere alle sollecitazioni eludendo le aspettative. Nell’arco di qualche mese dal suo progetto dal titolo “Storie di Cassandra”, l’artista torna con un intervento site specific che si propone, ancora una volta ma con modalità totalmente diverse dal precedente, di mettere in luce le contraddizioni del sistema economico, politico e perfino alimentare del nostro tempo. Nell’era della globalizzazione, dove il profitto mercifica anche l’aria che respiriamo, oltre alle minacce virali che da questi stessi danni comportamentali dipendono, l’opera illustra il modello costruttivo più tipico delle periferie delle nostre città. Uno scenario dove vaccini e immunità sono resi inefficaci dalla quantità e qualità di centrali nucleari, antenne paraboliche e inquinamenti di vario tipo. A essere esibito nello spazio di un metro cubo è l’immagine dei principali strumenti di potere nel corpo di un paese in cui si stagliano le opacità di una materia costruttiva utile al solo mantenimento di una qualità della vita davvero negativa e controproducente dal punto di vista salutare. Il nero imposto dal progetto amplifica così in maniera drammatica la tensione creata da alcune sagome in legno, all’apparenza innocue. Gli elementi grafici, le ombre e gli interventi luminosi polarizzano lo spazio alterandone la connotazione fisica e modificandone l’identità. Paola Maffei dà vita a un’ennesima operazione critica – a suo modo antiminimale – in cui privato dello spettacolo, lo spettatore è costretto a riflettere sull’abuso retorico del paesaggio toscano e sulla strumentalizzazione di quest’ultimo e del paesaggio italico in genere, come oggetto di salute e cultura negli slogan o nella pubblicità. L’opera riflette inoltre sulla collocazione mentale dell’opera d’arte nell’epoca dell’indifferenza e diventa emblema del “niente da regalare al mondo”. Il riverbero sinistro di questa immagine notturna mette in discussione i valori e ristabilisce la base etica della fruizione. Lo skyline su cui incombe un cielo plumbeo solcato dal punteggiare delle luci degli aerei ci racconta come, della nostra crescita industriale, non c’è niente di cui essere orgogliosi.

Matilde Puleo

07 NOVEMBRE – 05 DICEMBRE 2009

MEGA+MEGA – centro d’arte contemporanea

Via Cesalpino 2, Arezzo

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