cafè pipo & past in future

Giugno 21, 2017

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L’ultimo intervento del progetto Cantieri ha fatto luce sulla ricerca di due diverse tipologie di fotografe: Claudia Vincenzi e Marta Primavera. Due diverse modalità d’intendere le finalità e gli usi della macchina fotografica che preludono a due altrettanto diversi schemi interpretativi del reale dalle evidenti complessità semantiche. Con “Past in Future di Claudia Vincenzi è emersa la misteriosa relazione che esiste tra gli archetipi recenti e la fresca interpretazione del second hand. Oggetti il cui uso è finito nel dimenticatoio, vengono trasformati in macchine del desiderio di dimensione monumentale e riassorbiti da una gamma cromatica inconsueta.  Colori brillanti, vagamente elettrici hanno fatto il resto in un mix eclettico che ricorda le stampe decorative, fortemente orientate alla seduzione degli occhi.

Con Cafè Pipo di Marta Primavera invece, le atmosfere intime hanno fatto da contrappunto ad un reportage duro che racconta molte storie di donne diverse. Donne di origini africane che si lasciano scoprire solo in determinate condizioni e di cui pochissimo sappiamo. Un lavoro serio, in grado di scaturire lunghe riflessioni e un acceso dibattito che ha finito col mettere in rilievo il valore sociale e non moralistico della fotografia.

PRESENTAZIONE

L’indagine sulle finalità dell’immagine fotografica e sul fascino della forma resa astratta a seguito di una continua e attenta manipolazione e successiva ridefinizione del reale può ancora avvalersi di alcune complessita’ semantiche. Claudia Vincenzi incanala l’ordinario e il quotidiano appartenuto ad epoche ormai esclusivo appannaggio del vintage e lo intitola “Past in Future”per  far emergere la misteriosa relazione che esiste tra gli archetipi recenti e la fresca interpretazione del second hand. Oggetti il cui uso è finito nel dimenticatoio, vengono trasformati in macchine del desiderio di dimensione monumentale e riassorbiti da una gamma cromatica inconsueta.  Colori brillanti, vagamente elettrici fanno il resto in un mix  eclettico che ricorda le stampe decorative, fortemente orientate alla seduzione degli occhi. Un passato ormai lontano è così rivisitato da un  futuro iridescente determinato dalla stampa su lastra metallica che crea una perfetta fusione fra il riciclo e il saper stare al passo coi tempi. Riciclo che è in totale sintonia con l’abitudine di rielaborare e poi mettere in commercio ciò che in anni di intensa ricerca Claudia Vincenzi ha saputo mettere insieme. Borse, valigie ed elementi d’arredo riacquistano la loro specifica funzione e invitano chi come lei li fotografa a riflettere sul compito della fotografia prima e sull’identità dell’artista.

Nel progetto “Cafè Pipo” di Marta Primavera invece, le atmosfere intime fanno da contrappunto ad un reportage duro che racconta molte storie di donne diverse. Donne di origini africane che si lasciano scoprire solo in determinate condizioni e di cui pochissimo sappiamo, anche a causa del sempre più diffuso  scarso esercizio di curiosità. L’alternanza tra pregiudizio e luogo comune si allea ai meccanismi controproducenti dello “straniero” che ben conosciamo, lasciando queste donne in balia di un destino che chiede a gran voce di trasformare l’immagine mentale che abbiamo dell’Africa. Ne risulta un mix serenamente tragico che racconta l’odissea di donne venute in Europa alla ricerca di qualcosa che non assomiglia affatto alla loro attuale condizione. Un reportage spinoso in cui si avverte il bisogno di contatto spirituale e la lunga trafila di discorsi e di rassicurazioni che Marta Primavera ha dovuto  trasformare in immagine. Cafè Pipo è una ricerca lunga, condotta su più piani che carica di suggestione ogni scelta e ogni scatto. La complessità del presente a confronto con la dolcezza di un passato ormai dimenticato è tutto quel che queste donne hanno per provare a resistere. In quest’ottica, mettere in rilievo il valore sociale e non moralistico della fotografia significa non precludersi le infinite possibilità offerte dallo spazio reale.

Matilde Puleo

 

14/28  GIUGNO 2009

PALAZZO CHIANINI-VINCENZI

Via Cesalpino 15 Arezzo

Claudia Vincenzi (Arezzo, 1973), fotografa oggetti vintage da interpretare con uno spiccato senso orientato all’arredamento e al design d’interni.

Marta Primavera (Arezzo 1979), ha elaborato una serie di progetti fotografici di stampo pop che con fresca ironia hanno interpretato la propria immagine fisica.

 

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