C’è, lo vedi?

Giugno 21, 2017

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Cantieri prosegue presentando Manuela Mancioppi con un’installazione interattiva, dal titolo C’è, lo vedi?   Una modalità di relazione immersiva e altamente interattiva con l’opera. Agendo nell’alveo della partecipazione del pubblico, il progetto ha chiesto all’utente di entrare in due tende da campeggio trasparenti e di giocare con fotografie di cieli e di nuvole da manipolare e rimontare a proprio piacimento. Un’installazione che indagava sulle potenzialità sinestetiche di un’esperienza che non trova compimento se non nella risultante di un tempo che è determinato dal pubblico stesso.

Il primo prototipo dell’installazione “c’è, lo vedi?” rispondeva all’impulso di creare una piattaforma interattiva e multiutente, che permettesse di sperimentare un ambiente condiviso. In seguito, col gioco di suoni simili tra “c’è” e cie diventava possibile interpretare la frase in “cielo vedi?” trovando così tutti i presupposti per considerare conclusa questa prima fase. Gli elementi verbali diventano formula di partenza e/o arrivo per costruire un primo approccio ludico con il pubblico e applicare quel metodo multisensoriale di fruizione, ormai imperativo nel lavoro di Manuela Mancioppi. Mancava il coinvolgimento dell’utente, presto risolto dalla struttura stessa dell’installazione e dalla serie di richieste che vedono il corpo come centro della ricerca. Nell’indagine sui sistemi sensoriali che potrebbero essere definiti sinestetici, Manuela Mancioppi fa uso del corpo altrui in almeno tre modi distinti: chiede di spostarsi all’interno di un perimetro dato; invita a muoversi in uno spazio orizzontale (al fine di contribuire alla realizzazione dell’opera) e fa sì che esso abbia una percezione di se dentro una dimensione che è visibile agli altri. Il cielo è costituito da una ricerca fotografica da integrare con l’elaborazione manuale e creativa operata dal pubblico disposto ad entrare in una tenda da campeggio trasparente. Tenda che si trasforma in aggregato di molte componenti. Una sorta di taccuino aperto sull’arte, scritto a più mani e strumento di analisi comportamentale, oltre che opera frutto di una elaborazione manuale da parte dell’artista. Di fatto, siamo di fronte ad un’installazione che non trova compimento se non tramite la giustapposizione e integrazione dei vari elementi, in cui l’opera non comunica l’esperienza, ma diventa esperienza.

Essenziale è il significato che viene prodotto da questa interazione tra spazio materiale proposto e spazi immateriali risultanti, da intendersi come luoghi di creazione di significati altamente condivisi. Lo spettatore infatti non è più tale perché non si tratta della trasmissione unidirezionale di un messaggio. Lo spettatore si trasforma in utente che può cambiare il lavoro con le sue scelte, diventando così un coautore. “c’è, lo vedi?” è una esperienza sensoriale intensa che va molto oltre la visione e che difficilmente potrà trovare un’unica tipologia di conclusione. Le varianti prodotte conferiscono all’opera le sue particolarità, sono materiale da manipolare in un’altra fase di lavoro e danno alla ricerca l’identità di “lavoro in corso” che lo denota come cantiere aperto permanentemente.

Matilde Puleo

17 – 31 maggio 2009

palazzo Chianini Vincenzi Arezzo

Manuela Mancioppi (Cortona, 1976), riconduce ogni suo intervento nell’alveo della partecipazione, della socializzazione e della ricerca di complicità che caratterizza da sempre il suo lavoro. Un lavoro fatto di seduzione visiva, sensibilità per lo spazio espositivo e interattività.

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