Open source

Giugno 18, 2017

arte contemporanea all'università

OPEN SOURCE

Teatro, natura e arti visive insieme per esaltarsi. Da questo speciale connubio nasce la prima edizione di ‘OPEN SOURCE sezione arti visive di Arezzo Festival’ come risposta ad una sfida lanciatami dai responsabili. Nello splendido giardino di villa Godiola, agli attori si legano ora 11 artisti visivi che cominciano ad affacciarsi nel panorama artistico nazionale, incaricati di progettare istallazioni ad hoc per questo appuntamento.

Fra le colline che circondano Arezzo cioè, trova sede una mostra che ripercorre, illustrandolo, il recupero di una pratica artistica sempre più fertile e produttiva: quella della cosiddetta ‘arte ambientata’, in grado di trasformare lo spazio circostante in un grande happening visivo. Di fronte al compito di interpretare l’ambiente, questi artisti dimostrano di saper occupare i camminamenti esterni o i giardini terrazzati, di lasciarsi conquistare dalla bellezza e di impossessarsi di un panorama mozzafiato, rendendo molto affascinante la prova lanciata da questo ricco contenitore. Open Source diventa allora un’incursione intorno all’arte (da quella pittorica alla fotografia e dal video all’istallazione con oggetti), un corpo a corpo con 11 artisti in equilibrio tra speculazione teorica e pura espressione creativa. Il risultato è un’immersione totale, un respirare a pieni polmoni l’aria di una dimensione colma di sconfinamenti che dimostra un rapporto con il reale disinibito anche se non del tutto pacificato. Open Source sperimenta infatti quella interdisciplinarietà utile a disegnare forme espressive legate al nostro tempo, ad allargare i confini verso la   coesistenza delle differenze e ad interagire con il teatro. Si esce dai margini e ci si pone l’obiettivo di    puntare sull’idea di viaggio per arrivare ad un approdo creativo e vitale che trova in Arezzo Festival l’occasione migliore per superare i limiti del linguaggio visivo e per avvalersi di un palcoscenico naturale da cui raccontare la proficua interazione tra le arti. Gli esiti sono evidenti: l’immagine di un presente sperimentato in privato, una riflessione sull’implosione dello spazio fisico che occupiamo e la necessità di dare consistenza ai pensieri. Inoltre, tramite fotografie immagini e sculture si costruiscono azioni e situazioni che vedono lo spettatore entrare nell’opera, farne parte o essere l’opera, in una continua alternanza di immagini da intendere come veicolo d’emozioni e cultura. Del resto, queste opere giocano già con il vissuto di ogni artista, si confrontano con un sociale complesso ma qui offrono uno spazio di vivibilità totalmente rinnovato.

Matilde Puleo

Sezione Arti visive di Arezzo Festival
26 giugno 2006

artisti: Roberta Bernardini, Collor8, Davide di Taranto, Luigi Gaudioso, Federica Gonnelli, Manolo Liberatori, Paola Maffei, Giampaolo Marcantoni, Ilaria Margutti, Gabriele Pirovano, Paolo Toci

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