Crudo

Giugno 21, 2017

Marker presenta, per la prima volta ad Arezzo, una grande mostra collettiva di giovani artisti, noti per l’ampio interesse che sta suscitando un fenomeno complesso quanto ricchissimo di soluzioni qual è quello del New Pop italiano. Si tratta di giovani la cui attività si svolge tra Roma e Milano e spazia nei più diversi campi d’interessi e applicazione (dal fumetto all’illustrazione), passando attraverso le infinite connessioni con l’arte più istituzionalizzata. CRUDO si pone come esposizione collettiva degli artisti emergenti del panorama nazionale che vengono a costituire ad Arezzo un luogo e un tempo straordinari dal quale offrire accesso alla creatività allo stato grezzo.  Il materiale da questi messi i mostra è da considerarsi non solo come una esposizione di opere recenti, ma spazio d’azione, termine di paragone e movimento di opinioni che parte dal basso. Un modo crudo non inquinato da compromessi,  che si rifiuta di far parte di un mondo elitario e chiuso incapace di opporsi agli atteggiamenti pseudo concettuali.

Esponenti di una tendenza artistica definita dal termine New Pop, gli artisti di CRUDO saranno il monito per condurre utili riflessioni sul carattere scanzonato e intelligente della semplicità e della negazione dei pensieri dominanti.

Nello spazio espositivo di Palazzo Chianini si trova una di riserva degli indiani che educa alla orizzontalità, appagando la fame di immagini prive di gerarchie. CRUDO significa basta ai freni dell’inibizione e ai diktat di maniera che tappano la bocca con l’intellettualismo più retrivo. La provincia si sa, ne è piena, ma viste le difficoltà, è possibile ipotizzare che il clima culturale delle metropoli italiane non sia tanto dissimile. È dunque da questa provincia dell’impero che il vitalismo intellettuale di Marc About, Anonymous art, Silvia Argiolas, Massimo Bennati, Andrea Cecconi, Cesko, Adriano dall’Alpi, Rudy de Amcis, Francesca de Amicis, Kate Distort, Simone El Rana, Carlo Ferrè, Laura Giardino, Massimo Gurnari, Mallo, Elena Rapa, Michael Rotondi, Giuliano Sale, Manuel Sanfilippo, Paolo Toci, Anna Tufano, Danilo Pasquali, Zelda Bomba, e Marco Wallace sono chiamati a raccolta.

L’intemperanza di ciò che è crudo da offrire a chi ha fame di concretezza, di aggressione visiva e di forza attrattiva. Assetati di lavoro vero e di tempi straordinari dove è giocoforza essere efficaci al primo sguardo CRUDO è sovrabbondanza di energie e cariche sensuali da contrapporre agli sguardi benevoli e ai molli disgusti, realizzando una mostra collettiva dove tutto (compreso l’allestimento e l’uso dello spazio), eccede soprattutto nella carica di vita che propone.

Gemme d’arte visiva e  miniera d’immagini la mostra vuol far vedere quanto penetrante possa essere la semplicità e la negazione dei pensieri dominanti.

PRESENTAZIONE

Questa mostra presenta il risultato di un’esigenza che non aveva tempo da perdere. La posta in gioco pretendeva energia e irremovibilità nel proposito di tagliare di netto e con  la scure i lacci dell’ordine costituito, del formalismo e delle superbie blasonate dell’accademia. Bisognava ravvivare la fiamma e riaccostare i tizzoni di un fuocherello buono solo per lessare in un brodo indistinto quel torpore intellettuale così equamente distribuito. Bollito di grettezza e stracotto di meschinità cui contrapporre allora l’intemperanza di ciò che è crudo da offrire a chi ha fame di concretezza, di aggressione visiva e di forza attrattiva. Assetati di lavoro vero e di tempi straordinari dove è giocoforza essere efficaci al primo sguardo, abbiamo fatto il pieno di punti di vista motivati, di immediatezza e di tempestiva seduzione, non intossicata dalle prescrizioni e dalle regole che altri definiscono “ufficiali”. Punti di vista assimilabili a metodi di depurazione di nervi e di occhi che liberati dal nocivo florilegio di norme moderate, sorprendano noi stessi con l’incrocio, l’imitazione, il dislivello da unire alla più evidente leggibilità.  Ne è nato CRUDO da intendersi come pulito, puro e non artificioso rimedio disintossicante. Come occasione per riflettere e come volontà di testare l’ampio spettro di possibilità e di strade che è ancora possibile percorrere. CRUDO non si preoccupa del movimento, dell’etichetta o della forzatura linguistica che accoglie, ma che a volte può perfino soffocare  una scelta stilistica nel novero del “movimento” o delle scelte pioneristiche di alcuni giovani critici che ad essi si accompagnano, ma risponde alla smania di masticare e triturare l’indifferenziato per dare un senso ai fatti, capire, raccontarci e reagire.

CRUDO è un discorso tra opere diverse, costruite su una modalità precisa del sentire che ha fiducia nell’immagine e nel lavoro e che con questo lavoro risponde all’esigenza di esserci, di creare e poi diffondere orizzontalmente usando qualsiasi canale. Nell’attesa di vedersi illustratori, fumettisti, designer, videoartisti e tutto quello che è possibile, lecito e quindi inderogabile essere, si può anche dipingere. CRUDO significa non lasciarsi inquinare dai compromessi, passare oltre le divisioni in classi ancora esistenti e striscianti nel panorama dell’istituzione e non lasciarsi irretire dalle connotazioni specifiche delle immagini, dal loro ritmo, dal supporto o dalla tecnica. Qui c’è tutto! E ciò vuol dire che non potremmo stare adagiati su una singola possibilità interpretativa, non riusciremo ad omologare ciò che vediamo. Anzi, prima di guardare, dovremmo disinfestare i punti di vista uniformati che abbiamo imparato e lasciare ad altri quell’ammorbante mondo elitario di tanta arte contemporanea che ha fatto il suo corso. Appagare la fame di immagini privandole dalle gerarchie, dai freni dell’inibizione e dai minimalismi di maniera.  Da uno spazio non convenzionale che lotta contro l’intellettualismo e l’esigenza di un salvagente ad ogni costo, CRUDO tenta approcci azzardati, senza snobismo o esigenze giustificatorie. Gli artisti chiamati a raccolta per questa mostra  presentano oggetti d’arte visiva carnali e ammasso di muscoli vivi che altri chiamano pop con sorrisetti di sufficienza, ma che in realtà costituiscono una miniera d’immagini che solo sguardi strabici appellerebbero come sciocchezze.  CRUDO vuol far  vedere quanto scanzonata e intelligente possa essere la franchezza, con una mostra  che mette in relazione artisti tra di loro provenienti da diverse zone dello stivale, presentando il frutto di scelte stilistiche fra loro coerenti e connessi. Artisti accomunati dal medesimo scopo nella pittura che stipulano  questo incontro a metà strada, in una città di provincia che lavora affinché si realizzino occasioni di visibilità per la produzione artistica e pioniera dell’esigenza di estirpare le formule accademiche entrando in strade dalle direzioni non predicibili.

La formula del progetto è sintomatica della necessità di condivisione,  di ibridazione e di contributi. Roma e Milano le città più coinvolte, sia perché nel corso del tempo sono diventate patrie d’adozione o più semplicemente per questione di provenienza, con lavori che arrivano dalla pittura per proseguire sugli skates ed estendersi su altre piattaforme, senza forzature o costrizioni.

Insomma, all’interno d’una situazione aperta, felicemente problematica e diramata almeno quanto il globo terracqueo CRUDO è sovrabbondanza di energie e di cariche sensuali tangibili, da contrapporre agli sguardi benevoli e ai molli disgusti di chi pensa che non sia possibile vivere sulla propria pelle l’invenzione continua di sovversioni visive.

 

Matilde Puleo

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