PP_Valeria Petrone

Giugno 22, 2017

MEGA+MEGA presenta  l’illustratrice Valeria Petrone all’interno di PP_ percorsi personali, primo progetto per l’arte contemporanea per l’anno 2011. Con presentazioni e workshop altamente specialistici, il progetto è condiviso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Arezzo, dall’Assessorato alle Politiche Giovanili della Provincia e dalla Regione Toscana.  Attraverso Valeria Petrone il progetto punta ad incrementare il significato dell’arte contemporanea focalizzando l’attenzione sulla “ricerca”. Incoraggiando la portata fondamentale della trasmissione dei saperi PP_ percorsi personali,  invita a riflettere sul concetto di condivisione e di comunicazione artistica. Tre diversi momenti legati alla riflessione per un grande trittico teorico, pratico e creativo, che trasforma la sede in un vero e proprio cantiere e luogo di sperimentazione. Non solo mostre, ma 3 percorsi artistici da intendersi come percorsi formazione del tutto personali.

12 marzo – 15 maggio 2011

palazzo Chianini Arezzo

 

PRESENTAZIONE

In un momento storico complesso, affannato da una miriade di soluzioni visive diverse in lotta e con l’ansia di mantenere ben saldo lo status quo delle cose e dei ruoli, a me sembra che Valeria Petrone ci chieda di puntare l’attenzione verso la “ricerca”. Con una lettura attenta dell’attualità, il suo lavoro invita a riflettere sulle infinite varianti del segno fino a quando questo non diventa storia strutturata. Il suo obiettivo sembra essere quello di spostare nell’oggi il vasto panorama iconografico che incontra o quello che ha acquisito dalla storia dell’immagine, selezionandolo al fine di tradurlo in segno fermo, consapevole, sorretto da un linguaggio formale molto raffinato.

Valeria Petrone gioca con un disegno che è codice privato in grado di entrare in relazione con l’osservatore in maniera complice e amichevole, anche se non obbediente alle cose, ma anzi regista di quella realtà. Una sorta di gestione oculata del flusso delle immagini al punto da essere in grado di reggerne le fila, manovrare con garbo e abilità tanto le situazioni corali che quelle singole, le comparse o i personaggi. Se anche la spinta inziale è stata rapida e impulsiva lo sviluppo ha inevitabilmente fatto i conti con l’ordine, la struttura e la precisione.   Ciò significa in maniera incontestabile, dare spazio ad un senso creativo esteso, necessario per approcciarsi alla vastità del campo semantico emanato dalla parola.  Una vastità che a volte puo’ essere sterminata e perfino ingestibile per chi non si sottopone ad una ferrea disciplina.  L’opera che ne consegue, diventa pertanto il risultato di  una combinazione di accordi perfettamente controllati  tra il concetto di base (l’idea di partenza), le raffinate esigenze intellettuali (inevitabili per chi usa e vive le immagini con così tanta costanza) e le esigenze in qualche modo imposte tanto dal suo pennello elettronico che da quello fisico in fase di realizzazione.

L’evento artistico infatti è una sapiente ed eclettica alternanza tra l’acrilico su tela e la digital art, sviluppate dall’artista col rigore di chi pretende molto dal rapporto fra l’invenzione e la misura, fra le responsabilità di un’artista che sa rivolgersi all’altro come se fosse un incontro personale e il come farlo. Insomma il risultato ambisce ed esige al tempo stesso una fusione perfetta tra  l’immagine e la forma che le viene attribuita, come esito di un’operosa concentrazione, devota soprattutto all’atto di volontà ed al controllo delle sue fasi. Se non altro perché Valeria Petrone è, da sempre, un’abile narratrice e costruttrice di storie in cui è assicurata la riconoscibilità delle forme, anche laddove si presentano nella loro veste più astratta, seppur spostata in una sorta di dimensione diversa nella quale l’accumulazione è dominante. Nell’ampio spettro delle possibilità offerte dall’universo dell’illustrazione,  l’artista alterna soggetti ben delineati a soggetti in cui si enfatizzano le forme, fino ad esiti del tutto surreali. I soggetti fluttuano nell’aria sospesi, tra primi piani e sfondi assai preparati, base del lavoro. Le forme apparentemente semplici di soggetti in realtà frutto di grande sintesi sono piattaforma per una proliferazione di segni, particolari fantasiosi, appunti e oggetti della vita quotidiana che si fanno interpreti di una lettura ludica a fronte di un lavoro complesso e articolato. Mondo infantile e sfera degli adulti si combinano tra cromatismi forti e grandi trasparenze. Ricordi e racconti che si accavallano ad immagini e lettere che sembrano appena sottratte alla strada. Nell’acrilico, il mondo femminile con le sue piccole e grandi fragilità regna indisturbato permettendo all’artista di avvalersi di nuovi schermi visivi e di una libertà diversa con la sua singolare percezione del senza tempo.  Immagini che sembrano ritagliate con le forbici e poi collocate nello spazio a dialogare con ambientazioni trasparenti e colori saturi, prevalentemente a plat per i quali, l’artista sembra aver lavorato, non per sintesi di rapporti che potrebbero risultare gerarchici, ma confermando la separatezza e accentuandola fino ad arrivare al paradosso, se necessario.

Il personaggio colonizza l’intero spazio, anche quando non si sospetta che ciò accada: al fine di raggiungere la forza del racconto breve, l’artista provvede utilizzando una specie di multilinguismo garante di molteplici livelli di ricezione per un vocabolario ricchissimo di vissuto personale, esperienza e magico quotidiano.

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