dall’alto e dal basso

Giugno 24, 2017

Secondo intervento del progetto IN CONTEMPORANEA, la mostra collettiva inaugura il 19 maggio 2012 e presenta il lavoro di 42 artisti, chiamati ad elaborare due immagini esemplificative delle suddette opposte categorie di pensiero, in modo da realizzare un incontro di creatività accomunate dall’intento di esplorare il pensiero a partire dalla realizzazione di opere come esito di un percorso condiviso.

DALL’ALTO E DAL BASSO, più che una mostra collettiva tradizionale intende essere così un contenitore in grado di trasformare lo spazio espositivo in una fucina di pensieri. La collettiva per palazzo Chianini infatti è l’occasione di un incontro a tanti livelli che attraversa molti media: visivo, letterario e performatico. Sarà costituita infatti da oltre 80 opere e contemporaneamente da una ventina di commenti e riflessioni filosofiche, con un reading musicale strettamente connesso al concept della mostra ed una lezione aperta tra filosofia e musica, da realizzare nei giorni che seguiranno l’inaugurazione.

L’evento multidisciplinare più simile ad un’agorà che ad una mostra, intende parlarci di cosa è alto e nobile e di cos’è il basso e l’indegno prima che la crisi economica non diventi anche una crisi di pensiero che taglia anche quelle teste pensanti di cui siamo ancora fortunatamente dotati.

La mostra è punto d’incontro tra diverse tipologie di ricerca, provenienti da realtà dissimili, accomunate dall’intento di esplorare il pensiero a partire dalla realizzazione di opere come esito di un percorso condiviso.

Il punto di partenza è stata una domanda. Nell’epoca dei tagli alla cultura e delle restrizioni finanziarie, possiamo permetterci di vedere tagliate anche le teste pensanti? È possibile tornare a parlare di argomenti complessi e analizzare, tradurre e intervenire direttamente nel dibattito filosofico e sociale, manifestando la propria opinione e il proprio sentire?

Ne risultano 42 varianti visive e 30 riflessioni verbali prodotte – in maniera orizzontale – da cittadini che vivono e lavorano nel nostro territorio e che si occupano di concetti complessi come le categorie di ALTO e BASSO a partire dagli alti e bassi della propria intimità, del proprio agire e del proprio comportamento, senza dimenticare l’alto del pensiero mistico o il basso della degradante dispersione di energie.

Un evento multidisciplinare più simile ad un’agorà che ad una esposizione, costituita da teste che si fanno portavoce di una visione postmoderna culturalmente polisemica. Artisti che propongono un percorso che riflette su valori, contraddizioni e paradossi che caratterizzano la società di oggi e su come possiamo declinare l’alto e il basso in un momento in cui la validità della responsabilità personale sembra essere messa in discussione.

Artisti provenienti dal panorama creativo toscano, che si confrontano con la tecnologia e la creatività digitale per un universo di icone tra desiderio, surrealtà, denuncia e civiltà. Rappresentanti di una forma d’arte in rapida evoluzione che – pur contaminando o espandendo le potenzialità della pittura, della fotografia e del graphic design – cerca collocazione e definizione propria tra le arti visive.

LA STANZA DEL BINOMIO SURREALE

Un contrasto che presuppone regole precise si accosta a situazioni fuori norma. Il binomio alto/basso diventa un sasso nello stagno dei pensieri che assegnano validità alla norma e a tutte le sue regole. Si può e (forse) si deve manipolare gli oggetti per produrre eventi che attivano immaginazione ed emozione, in modo da rimettere in gioco la nostra visione logica della vita e del mondo. Non più opposizioni tra alto e basso, tra logica e immaginazione ma inno alla esplorazione. Trasformazioni della Natura in termini di gioco mitologico, d’incantata fusione tra immagine e letteratura o tra nonsense ed effetti allucinatori, tipici di certo Surrealismo.

LA STANZA DI PENSIERI E PAROLE

Preziose note, redatte con apertura di pensiero, sincerità e una buona dose di generosa simpatia. Voglia di mettersi in gioco, senza timore o di freni inibitori. Pensieri che raccontano molto di questi uomini e donne; immagini fresche e vigorose nella scelta delle parole e nella predilezione per una prosa chiara che parla di una realtà non nominata ma anzi, integrale, contraddittoria e complessa. Una modesta quantità al giorno di alti, nobili e puri pensieri di cui parlare ancora, prima che ci privino del tutto di occuparcene.

 

LA STANZA DEI SOVRUMANI ALTI E BASSI

Due poteri che dichiarano una costante aspirazione al divino. Un confronto che chiama dal basso ed una grazia suprema che risponde dall’alto, ma in maniera critica. Una “grazia” problematica che non crede nella verità e che sa che se dovesse sottomettersi a questa esigenza, incorrerebbe nel fallimento dei suoi stessi piani.Ecco le condizioni altalenanti; le sole imposte da un alto che è sempre più espressione di imposizione e di vincolo per la propria discesa. Forza supermentale discendente dall’alto, tesa ad annichilire le difficoltà umane.

LA STANZA DELLE DISPOSIZIONI SPAZIALI

L’alto ed il basso sono categoria di posizione e di collocazione nello spazio. Vere e proprie astrazioni, frutto di un punto di vista squisitamente terreno.Posizionarsi all’interno di una delle due, significa dover fare i conti con un orizzonte visivo e ovviamente, con il potere gravitazionale della Terra. Dal BASSO è solo un luogo dal quale si osservano le cose. L’immagine diventa traduzione di ciò che appare alla vista orientando il corso dei pensieri e le metafore da elaborare con una varietà di strategie che DALL’ALTO della nostra posizione oscillano appunto tra la narrazione e il ritratto privo di struttura.

LA STANZA ORIZZONTALE

Quando alto e basso ridiventano solo degli aggettivi, allora ci si accorge della indimenticata “via di mezzo” e si cerca di azzerare i contrasti. Si ritorna a pensare che in quanto termini prettamente umani, le due parole sembrano star lì solo per regolarizzare rapporti. Ordinare e creare categorie che dispongono uomini, animali e cose all’interno di una scala di valori spesso iniqua. Abbattere le differenze e cercare la via mediana diventa un imperativo. Anche a costo di non sapere più dove ci si trova.

 

LA STANZA DELL’ACCUSA

Dall’alto è ciò che ci viene imposto, ciò che non dà possibilità al contraddittorio. Non c’è conforto perché manca il confronto. Combatterlo “dal basso” potrebbe liberare l’uomo dal peso delle convenzioni e degli accordi tra potenti. Forse potrebbe essere imbastita una lotta a partire dalle nostre cucine e dal nostro quotidiano rapporto con i soldi, lo spreco e l’insensibilità. Tuttavia, è difficile credere che l’uomo saprà liberarsene da solo e più che di “progresso”, sembra ammissibile parlare solo di brace!

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